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giovedì 26 maggio 2011

Gazzi: "Si stacca la spina. Gli applausi? Non me ne sono accorto"


Ha messo grinta, passione e voglia per cercare, invano, di difendere dei colori trascurati dalla maggior parte dei galletti presenti in rosa quest'anno. Stiamo parlando di Alessandro Gazzi, mediano del Bari, che è sceso oggi in conferenza stampa raccontando la stagione dal suo punto di vista. Ecco ciò che riporta orgoglio barese.it:"Dopo un'annata cosi difficile, avevo la necessità di staccare un po' la spina.Mi fermero' ancora qualche giorno a Bari poi tornero' a Belluno, ma mai come quest'anno le vacanze serviranno per ricaricare le batterie!"

Il rosso, indiscusso idolo dei tifosi, parla dei complimenti ricevuti in questa stagione: "Sinceramente non sapevo che il mio nome venisse applaudito, dal tunnel dello spogliatoio non si sente granchè. Ovviamente fa piacere, anche se mi dispiace per i miei compagni che vengono contestati,ma avrei barattato volentieri qualche punto in piu' con i miei applausi!"

Come ormai di rito, la classica domanda sul futuro, cui segue una logica incertezza: "Non ho ancora parlato con la società, ma nei prossimi giorni prenderemo una decisione. A Bari mi trovo bene e lascerei questa città solo se trovassi una società che potesse migliorare la mia carriera."

Infine, una considerazione su mister Mutti:"E' un grande professionista e ha gestito alla grande una situazione difficile, sarebbe giusta una sua riconferma!"

Massimo Longo: a tu per tu con Garzelli


Ho avuto l'onore e il piacere di conoscere personalmente Claudio Garzelli, Dottore in Scienze Politiche con indirizzo amministrativo e, vi confesso, è stato "amore" a prima vista. L'ho conosciuto questa estate a Ridanna quando con la sua valigetta da lavoro, immagino piena di carte, fece capolino in palestra mentre Ventura & C., nel fare esercizi, si muovevano gambe all'aria al ritmo di quella orribile canzone, debitamente storpiata, che faceva più o meno "tu vuò fa' l'americano". 

Già l'idea di avere a che fare con un laureato in questo torbido, spesso ipocrita, falso mondo nel calcio dove a comandare non sono i presidenti ma gente, il più delle volte, meschinamente prevaricatrice, dispettosa, minacciosa e affaristica che crede di essere padrona del mondo con le intimidazioni, ti regala quella sensazione particolare quasi fossi seduto ad un tavolino di un'oasi felice, una sorta di zona franca, una "Andorra" alla pugliese, entro la cui sfera percepisci quel feeling intellettivo. 

Ho avuto l'onore di averlo come ospite in uno dei miei convegni nei quali mi piace dialogare con la gente (la foto rappresenta appunto quell'evento), e dal quale ho tratto ulteriori insegnamenti oltre ad aver rafforzato il mio concetto su di lui. Chi mi conosce sa che non sono un giornalsita da "interviste" ma qualcuna, pure, cerco di farla, ovviamente a mio modo dove - chi mi conosce lo sa - non nascondo peli sulla lingua, e quando le faccio, se permettete, scelgo i miei interlocutori. Dialogare con lui è un piacere intrinseco che, forse, in pochi possono permettersi, perchè una cosa è porgli le solite due domande prevedibili, scontate e di default tanto per riempire lo spazio pertinente la pagina dei quotidiani ormai saturi di notizie forzate, un'altra è chiaccchierare di Italo Svevo, di Orazio, di Economia (uno dei miei limiti, proverbiali), di zoffgentilecabriniorialicollovatiscirea, di città metropolitana, di politica, di Huseklepp e, sul finale, pure di scienze da cui, per incanto, siamo riusciti persino a parlare di Bari calcio e dell'annata disgraziata appena trascorsa, ma soprattuto di quella a venire che, forse, interessa di più i tifosi normali e non quelli smanettatori di volgari interludi. Spesso mi chiedo: ma che ci fa, ancora, una persona così competente, perparata sulle norme federali, attenta, obtorto collo, alla corte dei Matarrese, corte tradizionalmente avara di progetti quantunque precisa nei bilanci? Egoisticamente mi auguro che rimanga da queste parti, svevianamente e, se vogliamo, anche un po' carduccianamente e calvinamente, gli auguro tutte le fortune di questo mondo.


(prima parte)

Finalmente è finita. Cosa ha pensato dentro di sè?
"Una cosa che ho notato, e per la quale mi dispiace, è aver assistito ad una scarsa resistenza agli eventi negativi che hanno contraddistinto il campionato. Che le cose siano andate male poco dopo l'inizio ce ne siamo accorti tutti. Non ho visto quella reazione necessaria, si è accettato questo andazzo della situazione senza dare alla società e all'ambiente quel segnale di agonismo che poi è alla base del gioco del calcio. E' vero che non si vedeva l'ora che finisse, tuttavia devo dire che ho vissuto da lontano questa fase in quanto coinvolto nel lavoro amminsitrativo. Ma andando a Bologna e vedere un risultato così, pur approfittando del rilassamento dell'avversario, ti dà una soddisfazione che nemmeno si può immaginare".

Si poteva far meglio? Ci sono stati gravi errori?
"Si poteva fare meglio eccome. Perchè nel calcio le disgrazie che avvengono ti condizionano il campionato: lo vediamo anche nei grandi club che hanno perso per un largo periodo del campionato i migliori calciatori subendone le conseguenze in classifica e poi, una volta recuperati, hanno fatto vedere la differenza. Non è un alibi ma una constatazione oggettiva. E' anche vero che il Bari, che non è nè l'Inter nè la Roma ma una squadra da combattimento il cui obiettivo è salvarsi, doveva avere un atteggiamento agonistico e fisico diverso rispetto a quello delle grandi. Ecco, su questo punto siamo stati estremamente deludenti, incapaci di  modificare il nostro approccio con le disgrazie, con gli infortuni, con l'andamento negativo e con la sfortuna che ci ha perseguitato. Ne siamo stati travolti senza far nulla per imperdirlo nè sotto l'aspetto tattico e nè sotto quello agonistico".

Ventura ha fatto fino in fondo il suo dovere? Poteva fare di più secondo lei?
"Quando le cose vanno così male ovviamente per tutti coloro che svolgono un determinato lavoro è normale chiedersi se le responsabilità siano degli altri o si devono suddividere. Ovvio che chi dirige la parte tecnica, come l'allenatore, non può non essere chiamato a rispondere di quelle che sono le cose negative. Sarebbe come se il direttore generale non sapesse dare risposte sull'andamento della società".


Ma Matarrese che fine ha fatto. Chi gestisce la società adesso?
"Ci sentiamo con lui per la gestione delle situazioni, ultimamente così delicate. Per tutto ciò che prelude all'iscrizione al campionato, tutte le decisioni sono state assunte con lui. Io ho affrontato in prima persona tutte queste problematiche col benestare dell'impresa. Non dimentichiamo che il Bari è una società controllata dalla stessa, dunque non possiamo vivere una vita di luce nostra senza tener conto di questo fatto. Io mi sono trovato al fronte con tutte queste problematiche avendo dietro le spalle il presidente al quale ho riferito tutti i passi che facevo. Insomma ho fatto le funzioni di un vero e proprio amministratore delegato".


Cosa è successo nello spogliatoio? Qui in pochi credono al prolungamento degli infortuni. Staff sanitario sotto accusa? Perchè è mancata una conferenza stampa da parte dello staff medico
?
"Sgombriamo il campo da equivoci: gli infortuni sono reali, tanto che gli interessati ne stanno ancora patendo le conseguenze. Solo nella fantasia popolare si è pensato che qualcuno potesse marciarci su. Non esiste un giocatore di calcio che non vuol giocare. Alcuni sono stati gravi a causa di ricadute non prevedibili. Le responsabilità sulla gestione della cura degli infortuni dei calciatori è oggetto di una valutazione complessiva ed è giusto che ci sia anche una presa di responsabilità, ma tengo a precisare che tutti questi infortuni non sono stati gestiti tutti dalla società. E' consuetudine, infatti, che molti giocatori si rivolgano presso i medici di fiducia, altri si fanno curare dalle società di appartenenza con le quali concordano visite all'estero. A certi livelli, così come avviene nel Milan nonostante un "Milan Lab", i calciatori vanno all'estero a curarsi. Così è accaduto ai nostri. Purtroppo gli infortuni sono stati tali da impedire il recupero in tempi ragionevoli. La ricaduta che, ad esempio, ha avuto un calciatore come Barreto è stata imprevedibile perchè in realtà è stato fatto tutto quello che c'era da fare per rimetterlo in piedi, ma non è servito a nulla. Quando si entra nella sfera della tutela sanitaria del calciatore, i medici devono stare bene attenti a quello che dicono perchè ogni parola detta su un infortunio o su una situazione fisica dell'atleta potrebbe danneggiarne la carriera".


Ma lo spogliatoio era unito? Invece di puntare l'indice su Ventura non sarebbe stato meglio puntarlo su quei due/tre il cui apporto, dati alla mano, è stato pari allo zero?
"Questa società ha una sua struttura organizzativa molto particolare che in qualche modo circoscrive le aree di competenze in modo, a mio avviso, anche un po' troppo netto. Ciò comporta che la persona che svolge, come me, una funzione più di carattere amminstrativo e organizzativo che tecnica, è poco a conoscenza delle dinamiche che riguardano aree di competenze altrui. Per il mio modo di concepire il modello più funzionale di società di calcio, non sono favorevole a questa attività. Sono favorevole certamente per evitare qualsaisi confusione di ruoli, ma mai consentire una gestione a compartimenti stagni. Premessa per poter affermare che da qui a dire che sarebbero avvenute cose strane negli spogliatoi determinanti per i risultati sportivi, non sono in grado di dirlo perchè le mie competenze non arrivavano fin nello spogliatoio. Altrove i miei rapporti erano estesi, pur non facendo il DS da 20 anni, anche alla sfera sportiva. Non mi sono fatto nessuna idea perchè non credo sia determinante. Quando i risultati sono così negativi non posso pensare alla responsabilità destabilizzante di due/tre giocatori".

Cosa è successo esattamente con la spalmatura degli stipendi? Tra consensi, dissensi, intromissioni di procuratori, salvo poi pagare tutto il giorno dopo, risparmiando, alla fine, "appena" due milioni di euro. Arrivare fino all'Ufficio del Lavoro dove ci vanno casi più importanti...
"Vale la pena fare tutto pur di risparmaire. Un passo indietro, tuttavia, è fondamentale. Quando mi sono trovato ad individuare soluzioni che potessero affrontare i pagamenti di maggio senza subire penalizzazioni, ho pensato a come poter apparire credibili sulla piazza. Occorreva operare anche sotto l'aspetto comunciazionale per trasmettere all'esterno (uffici finanziari, banche, ecc) le nostre difficoltà affinchè nessuno ne sottovalutasse la situazione perchè è facile dire che la famiglia Matarrese è forte, è sempre intervenuta, e proprio per questo il timore era di quello di poter apparire un atteggiamento pretestuoso. Il mettere a nudo le nostre difficoltà, dunque, era l'unico metodo per poter sperare di risolvere le cose perchè da soli non ce l'avremmo fatta. L'obiettivo era di entrare nella mentalità popolare e diffondendone la notizia che, comunque, doveva essere supportata anche da un percorso giuridico corretto che mi ha permesso di parlare, intanto, coi calciatori per tastare il loro grado di partecipazione, di sensibilità e di umanità (e non è poca cosa perchè si tratta degli stessi uomini che domani potrebbero far parte della nostra squadra), senza bollare nessuno si intende. Ho trtovato disponibilità da quasi tutti soprattuto da quelli che hanno avuto meno gratificazione rispetto agli altri. Poi alla fine siamo risuciti a creare quell'attesa e quella partecipazione di quei soggetti che ci hanno aiutato notevolmente come gli uffici finanziari e del Lavoro che hanno compreso le nostre sensiblità grazie anche alla nostra trasparenza delle carte. Uno studio anche psicologico che ci ha permesso di superare questi problemi".


Che idea si è fatta su Bari il cui indotto potenzialmente è secondo a pochi? Può, al di la delle oggettive difficoltà economiche della famiglia, una squadra come questa che rappresenta una città metropolitana sopravvivere solo dai "bonus" o dalle plusvalenze? Cosa occorre al Bari per diventare grande?
"A Bari non manca niente perchè la passione dei tifosi, primo ingrediente per fare bene nello sport, è quella giusta. Per quel che riguarda il resto è nelle mani della società; son le sue strategie a far la differenza, non sono gli altri che possono fare il progetto. Noi abbiamo inziato con entusiasmo anche col marketing ma poi ci siamo affievoliti a causa dei risultati. Fare i conti coi problemi economici giornalieri di una gestione societaria non si sposa nè con l'entusiasmo nè con le potenzialità della città, si fa fatica a pensare ad un progetto che vada al di la del giorno dopo. Ma credo che Bari abbia tutte le potenzialità per fare le cose in grande".

Approva il comportamento contraddittorio di certi tifosi contro Sampdoria e Lecce?
"Credo si trattasse di solo puro accanimento contro i rivali storici del Lecce. Fare il tifo per la Sampdoria non voleva, tanto, suggellare il gemellaggio, quanto penalizzare il Lecce ai fini della classifica".

Fine prima parte

, qui per la seconda parte!

Intervista realizzata da Massimo Longo per la testata Go-Bari.it

Sampdoria, su Pozzi c'è il Cesena

Nicola Pozzi (24), chiuso prima dal duo Pazzini-Cassano e poi messo in luce dalla stessa partenza delle punte della nazionale, ha riscontrato, nonostante la pessima stagione dei doriani, un notevole interesse da parte del Torino. Un interesse che riportammo solo qualche giorno fa.


Adesso, secondo quanto riporta romagnaoggi.com, anche il Cesena avrebbe adocchiato in Pozzi il nuovo centravanti di slancio del club romagnolo. Un attaccante forte di testa, ottimo a proteggere il pallone e con doti sempre ben curate sotto il profilo tecnico-tattico. Un nuovo colpo, dunque, potrebbe presto arrivare in casa-Cesena. Prima del nuovo allenatore, perché il calcio non finisce mai di stupire.


Marco Fornaro
Sportsbook24.net