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lunedì 30 maggio 2011

Donati: "Vorrei tornare a Bergamo"


Era uno di quelli che era dato per permanente con la casacca biancorossa e che ora, ai microfoni di tmw, mostra tutta la sua volontà di tornare nella sua seconda casa. Stiamo parlando di Massimo Donati, mediano del galletto, prossimo ad affrontare gli inferi della cadetteria: "Bergamo e la maglia dell'Atalanta, per me - spiega il centrocampista del Bari - sono rispettivamente una seconda famiglia e una seconda pelle. Ho sempre detto che voglio tornare e spero un giorno di poter realizzare questa mia volontà. Ma bisogna vedere se anche i dirigenti nerazzurri vogliono questo".
Marco Fornaro

Garzelli: "Non possiamo programmare, ancora"


Tante le difficoltà susseguitesi con il passare dei giorni per il povero galletto, che ha visto parlare, oggi, il direttore generale Claudio Garzelli:"Al momento la situazione è in divenire.,Abbiamo superato -riporta orgoglio barese.it- lo scoglio irto dei pagamenti degli stipendi, propedeutico all'iscrizione al campionato,ora siamo piu' tranquilli.C'è pero' da dire che al momento la società non è in grado di fare nessuna programmazione,non c'è la liquidità per farlo.Puntiamo fortemente sulle cessioni dei giocatori per poter monetizzare il piu' possibile,anche se la maggior parte degli introiti verranno riversati per onorare altri pagamenti in sospeso!"

Come ben noto ultimamente, i membri biancorossi rimangono in trincea, non sbottonandosi più di tanto sulla questione legata alla società:"I Matarrese sono in silenzio perchè ci sono delle situazioni ancora da definire.Potrebbe esserci l'ingresso di nuovi imprenditori e stiamo valutando anche la loro situazione economica"
Ma, dopo tutti i soldi incentivati dal merchandising, diritti tv, marchio etc, perché cotajti problemi? Ecco la giustificazione di Garzelli:"Negli ultimi due anni ci sono stati investimenti importanti, sin dalla promozione in serie A.Dobbiamo anche dire che,anche nelle difficoltà, i Matarrese hanno comunque garantito la sopravvivenza al club!"
Marco Fornaro

Tutto tace...

Sono in molti a chiedermi se ci sono novità sul futuro del Bari. Al momento non ve ne sono. Stasera il ds Guido Angelozzi rientra dall'Inghilterra dove ha assistito alla finale di Champions League e soprattutto ha avuto contatti con alcune società anglosassoni, tra cui il Celtic Glasgow,

per la cessione di Erik Huseklepp, l'attaccante norveggese arrivato a gennaio a Bari. Per il resto si brancola nel buio più totale. Un po' a causa di sopravvenute e momentanee difficiltà economiche e poi perchè il presidente Vincenzo Matarrese, non ha ancora metabolizzato la imprevista e inaspettata retrocessione in serie B, dopo appena due anni di permanenza in serie A.
Al ds Angelozzi è stato dato il compito di vendere quanti più giocatori possibili, prima per fare cassa e abbassare il tetto ingaggi, secondo per mandare altrove quei calciatori che in qualche modo non hanno dato quanto ci si aspettava. I cosiddetti pezzi pregiati del mercato dell'as Bari sono Andrea Masiello, Vitor Barreto, Alessandro Gazzi, Jean Francois Gillet, Almiron, Emanuele Rivas, Ghezzal; poi ci sarebbero i vari Castillo, Kutuzov, Salvatore Masiello i quali si sono visti davvero poco, a causa di gravi infortuni.
Solo dopo aver fatto cassa e aver ceduto questi giocatori, si potrà passare alla fase due: cioè alla nomina del nuovo allenatore. Per questo ruolo si sono fatti tanti nomi. Per la verità i miei preferiti sono Auteri, della Nocerina, neo promossa in serie B, e Aglietti, dell'Empoli. Ci sarebbe poi anche Dal Canto, del Padova, e Di Francesco, del Pescara. Tutti allenatori emergenti, che hanno dimostrato di avere idee nuove, di attuare un calcio totale e, soprattutto, di saper lanciare i giovani, di cui il calcio italiano ha tanto bisogno.
Dopo aver scelto il nuovo allenatore, si passerà alla programmazione per la prossima stagione.
Sul fronte societario, anche qui, non vi sono novità di rilievo circa la possibilità di costituire una nuova cordata. La trattativa con gli imprenditori Ladisa e Guastamacchia, i quali hanno fatto richiesta di acquisto di alcune quote societarie, al momento, è in standby.

Un caro saluto a tutti

Un caro saluto a Marco e a tutti i fruitori di questo blog. Ho deciso di iscrivermi per poter dare il mio contributo alla discussione sul calcio, ed in particolare sulle problematiche dell'as Bari. Mi presento: sono Leonardo Gaudio, sono un giornalista sportivo e scrivo per Tuttosport.
Il mio obiettivo primario, però, è quello di riuscire ad inculcare nei tifosi una cultura sportiva, di cui sono fortemente carenti. Impresa difficilissima, impossibile? Io ci provo. Sono fermamente convinto che non si può esultare quando si vince e deprimersi quando si perde. Nella vita come nello sport è importante essere pronti ad accettare sia la vittoria, sia la sconfitta.
E' assurdo pensare che, dopo essere stati artefici di violenze e di distruzioni, oggi dobbiamo essere noi a imparare dagli hoolingans come ci si comporta all'interno di uno stadio. Allo stadio un tifoso deve andarci con uno spirito festoso, gioioso e non di guerriglia, come è accaduto a Bari nell'ultimo derby con il Lecce. Insisto: la partita allo stadio deve essere un momento di festa, di divertimento, anche nella sconfitta.
Vi racconto un aneddoto: quando nel 2006 ho partecipato alla maratona di New York, insieme con un amico ho assistito al Madison S. Garden, alla partita di Basket Nba tra Il New York e il Washington. Nonostante i padroni di casa avessero perso e di parecchio, ho visto i propri sostenitori uscire ridendo e cantando dal Madison S. G. E' possibile assistere, dopo una sconfitta, a scene come quelle anche dopo una partita di calcio? Io dico di sì. La ricetta è molto semplice: basta una dose di buon senso amalgamata con un'altra di civiltà.
Buona lettura a tutti!
Leonardo Gaudio

Chi sbaglia paga. O almeno dovrebbe...


Le scuse da parte loro non arrivano e probabilmente non arriveranno mai. Perché loro delle bandiere, dell'Unione di squadra e del bene dei supporters non se ne importano nulla! Oltre che a raffigurare i giocatori del Bari 2010/2011 questa affermazione rispecchia quello che oggi, nostro malgrado, è diventato il gioco che, con tutti gli imbrogli e le disgrazie accadute, seguiamo con più frequenza: il calcio. Quello di cui si ciba una piazza che ogni giorno toglieva ore al lavoro per sapere news sulla sua squadra, retrocessa mentalmente da ottobre. O che ogni santissima domenica al posto di dedicare tempo alle rispettive famiglie, decidono di star vicini, anche se da casa, ai loro, oramai, "ex" beniamini. E non solo durante i 90 minuti. Dal prepartita alla gara, sino al consueto e fatidico post-partita. Una quartina di ore che fa infuriare anche le mogli, per le quali l'attenzione si riduce allo 0. E i tifosi hanno vissuto tutto questo: 6 giorni dopo il lavoro si cerca di rilassarsi ed invece ci si rovina anche la Domenica. Per cosa? Per coloro che, sopravvalutati, hanno preso in giro una piazza costituita da pane e calcio. Tanti sacrifici per non ricevere nemmeno un semplice "scusate". Da nessuno. E questo è ignobile! Perché mentre loro, in maggioranza, abbandoneranno la barca che gli ha lanciati nel grande calcio per calcare ancora i terreni di A, noi, con chi ci seguirà, staremo in cadetteria, senza sapere quando e sè ne usciremo in breve tempo. Ma in fin dei conti, la colpa non è solo la loro. Ricordiamo lo scadente staff medico dell'As Bari che ha portato alle varie ricadute di Ghezzal, Castillo, Raggi, Kutuzov e, con tutta probabilità, di Barreto. Per non parlare del malanno inesistente di Almiron. Perché non è stato visto? Sul banco degli imputati, ora, ci devono finire anche loro, come giusto che sia. Ed allora, se la gente vuole spiegazioni a chi le deve chiedere, dato che è ingiusto che coloro che hanno mal curato la situazione debbano starsene con le mani in mano protetti da chiunque? Ed allora proponiamo, come in pochi hanno fatto, una semplice conferenza stampa da far tenere a loro, responsabili almeno dell'70%. Almeno...
Facile mandare i giocatori a prendersi le loro, comunque meritate, contestazioni. Ma occhio a non dare addosso solo a loro. Perché i colpevoli sono anche altri.
E il presidente? Oh carissimo presidente... Dimenticavamo proprio te...Perché viene a rilasciare dichiarazioni ai media solo ed esclusivamente quando le sparano bombe sotto casa (giusto che lo faccia), ma non lo fa mai quando deve giustificare le contestazioni o una retrocessione paradossale?
Tanti quesiti cui, ahinoi, causa comportamenti di alcune date persone, non avremo mai e poi mai alcuna risposta.
Giocatori, Staff medico e Presidente. Tre anelli che non si vogliono incastrare nelle fradicie e stanche dita dei tifosi baresi. Chi sbaglia paga, dice un proverbio. Eppure, loro non pagano mai...
Marco Fornaro