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sabato 21 maggio 2011

Mutti: "Penso di aver dato qualcosa di importante. Il futuro? Probabilmente lontano da Bari"


Eccolo li. È il mister, Bortolo Mutti, arrivato in momenti di assoluta incertezza, che rilascia le ultime parole in conferenza stampa della stagione. Come fatto da Donati ieri, anche il bergamasco parla di come è stata vissuta la settimana del "ritiro punitivo":"Sicuramente non è stata la solita settimana. E' stata una scelta che è stata presa dopo una partita incolore come quella del derby. La decisione del ritiro ha trovato d'accordo sia me che la società perché sapevamo che il derby sarebbe stata una partita difficile. Ci aspettavamo tutti noi qualcosa di più, io in primo luogo e, questo, mi ha fatto arrabbiare e mi è dispiaciuto molto anche perché so cosa significa il derby per la città Bari. Qualcuno ha detto che il ritiro era un pò fuori luogo e che questo doveva essere fatto molto prima se volevamo dare dei segnali. Questo ritiro è stato un segnale che è stato accettato, condiviso e portato a buon fine dai ragazzi lavorando e cercando di riflettere un pò tutti sulle proprie situazioni, colpe e di futuro perché sicuramente qualcuno sta già pensando al proprio futuro".
Poi, Mutti parla del suo futuro: "Penso -riporta goal.com- che il mio futuro sarà lontano da Bari. Quello che si prospetta è questo. Nel calcio son cose normali, ci sono dei percorsi sempre da condividere nelle difficoltà e poi nelle ricostruzioni. Il calcio va avanti, non si ferma a domenica. Bisogna già pensare a quello che sarà il futuro del Bari e quelli che saranno gli intendimenti della società. Questo sarà l'aspetto più importante che già credo ci sia nella dinamica operativa qualche soluzione. La società non è ferma. Il mio augurio è che si trovi subito una certa fase operativa che dia all'ambiente sportivo Bari delle certezze".
L'ex Messina non si pente della scelta di 100 giorni, circa, fa e si rammarica per i tanti infortuni di quello che era lo zoccolo duro della squadra: "Non sono affatto pentito della scelta che ho fatto perché la serie A è sempre la serie A. Nello stesso tempo la realtà Bari è una realtà che a me piaceva. Mi è sempre piaciuta come allenatore e come obiettivo. Ho sempre avuto nel cuore la voglia di poterlo allenare perché è un ambiente che considero importante e a livello professionale è gratificante. L'unica cosa che in cuor mio sentivo era quello che nell'accettare questo incarico poteva essere fatto un discorso di prospettiva di recupero degli infortunati che a fine febbraio, inizio di marzo, dovevano entrare in gioco. Questo è il mio grande rammarico. Ero convinto che nella gestione delle prime due - tre partite di sistemare la squadra tatticamente e anche fisicamente. Poi, avendo avuto a disposizione certi giocatori, sicuramente sarebbe iniziato il mio campionato. Non aver potuto usufruire di certi giocatori che erano in organico e che purtroppo hanno dovuto fare un percorso diverso, da Salvatore Masiello a Barreto, anche lo stesso Almiron fino ad arrivare a Kutuzov, giocatore che purtroppo non ho mai allenato. In cuor mio però ero convinto di poterli avere dopo due - tre domeniche. Purtroppo questo non è successo e questo è il mio rammarico più grande. Anche la società si aspettava questo. Le garanzie che erano state date non erano garanzie illusorie ma certezze. Purtroppo poi alla fine le cose sono andate diversamente"
Sul carisma dei ragazzi: "Quando le difficoltà si ingigantiscono c'è all'interno dei ragazzi qualcosa che si perde. Quando poi vedi che la difficoltà persiste e che le situazioni non migliorano o che la condizione mentale è usurata da una certa classifica, da una certa attesa, ti rendi conto che forse questi ragazzi non erano così leader o così forti caratterialmente per poter gestire il momento ed il percorso di difficoltà. Il giocatore non è uno schema, non è un qualcosa di matematico. E' una persona che vive di emozioni, di sue sensazioni, di fiducia, di stima e di autostima. Quando viene a mancare tutta questa miscela di cose allora viene a mancare tutto".
Sugli infortuni, nuovamente: "Gli infortuni subiti sono infortuni che purtroppo non ho potuto verificare personalmente e gestirli diversamente. Sono state situazioni che si sono un pò accavallate. Poi con le ricadute subite nella fase natalizia e a gennaio hanno creato una situazione destabilizzante creando un mercato di rincorsa particolare. Io non ho idea di come è stata gestita la cosa, il ritiro, il lavoro fatto ed il percorso. Io ho preso in mano la squadra da metà febbraio con le problematiche che tutti voi conoscete e che poi sono continuate a persistere. Alla fine i ragazzi non hanno più avuto la gioia di rientrare in squadra".
Poi, un esame di coscienza sulla "sua stagione": "Sotto l'aspetto professionale penso di aver lasciato qualcosa d'importante. Non mi sono mai smarrito, non mi sono mai perso e non ho creato situazioni di umiliazione alla squadra. A parte poche partite, la squadra è sempre uscita a testa alta, si è sempre confrontata bene. E' sempre stata frustrata da situazioni arbitrali incredibili. Il Bari è sempre stata una squadra considerata e stimata, mai sottovalutata. Questo è frutto del lavoro e della serietà del mio staff. Per il resto è chiaro che quando parti per costruire un progetto devi avere anche delle idee e delle situazioni sulle quali programmare un certo tipo d'impianto tecnico - tattico. L'allenatore fa parte anche di questo. La società creerà le situazioni di lavoro. Se ci fossero stati meno problemi societari che si stanno risolvendo, si poteva avere qualche idea in più sul futuro. Purtroppo Bari in questo momento ha una realtà societaria che si deve stabilizzare. Penso che la famiglia Matarrese, come ha sempre fatto, si prenderà la responsabilità di creare un altro progetto calcistico che soddisfi la tifoseria del Bari".
Infine, conclude con un grazie ai sempre presenti tifosi del galletto: "Devo ringraziare i tifosi del Bari perché non è facile accompagnare una squadra in serie B per così lungo tempo vivendo una realtà così sofferta. La Sampdoria è retrocessa in due domeniche. Il nostro percorso è stato molto più particolare. Devo dire che in casa o fuori casa, al di la di certi momenti di arrabbiatura, i tifosi sono sempre stati vicini alla squadra a parte quello che è successo nel derby che devi mettere un pò in conto. Hanno accompagnato il Bari in serie B soffrendo, mantenendo alta la testa. L'augurio è quello di rivederli presto a livelli alti. Non devono mai mollare perché è facile cavalcare le cose quando sono belle o sono positive. Capitano anni come quello che è capitato quest'anno al Bari. Devono appoggiare la società e devono rimanere tifosi come hanno sempre dimostrato fino ad ora".
Marco Fornaro

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