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martedì 12 aprile 2011

Cordata locale ad un passo

ecodellosport.it

BARI – La perdurante astinenza di vittorie in casa mette il sigillo alla ormai conclamata retrocessione del Bari in B. Una sentenza che solo l’aritmetica tiene ancora fuori dall’archivio di un campionato che continua a riservare poche soddisfazioni al pubblico del “San Nicola”. Qualcuno, forse, si era illuso che il successo di domenica scorsa a Parma potesse cambiare il corso degli eventi e capovolgere un verdetto praticamente già emesso dopo una stagione mai così deludente e senza gloria per il blasone biancorosso. La formazione di Mutti ha comunque il merito di non demordere, di giocare con impegno. Tuttavia, il pareggio con il Catania ha messo ancora una volta a nudo le lacune di una squadra che somiglia tanto ad una incompiuta. Il “San Nicola” è diventato terra di conquista per qualsiasi avversario, anche per il Catania di Simeone che in trasferta non ha mai brillato. E quando non si conquistano punti pesanti in casa è davvero dura salvarsi.
La buona volontà dei biancorossi serve solo a rendere meno amara una retrocessione che Mutti si sforza di esorcizzare, mettendoci lavoro e impegno, ma che purtroppo è diventata un’amara realtà con cui convivere da qui fino al termine del campionato.
Almeno l’onore è salvo. Il Bari finora ha dimostrato sul campo di battersi con lealtà e sportività. Un esempio di correttezza che può servire in parte a lenire le ferite di una battaglia forse persa in partenza. In attesa delle ultime sei esibizioni, non resta che volgere lo sguardo verso le vicende societarie. I tifosi sperano in un futuro migliore. Il Bari potrebbe avere maggiore linfa dalla mini-cordata degli imprenditori baresi capeggiati dall’ingegnere Domenico De Bartolomeo. La trattativa con i Matarrese è ancora nella fase di studio: si valutano i documenti contabili, i bilanci, le proiezioni finanziarie relative alla prossima stagione.
A quanto pare, come abbiamo scritto su queste colonne una settimana fa, ci sarebbe un accordo di massima tra la famiglia Matarrese e i tre imprenditori (Vito De Gennaro, Guastamacchia e Ladisa) per suddividere il pacchetto azionario in cinque parti uguali. Un 20 per cento a testa (anche per Matarrese) che diventerebbe la base di partenza del nuovo organigramma societario. Forse, tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossimo sapremo se il Bari dei baresi vedrà la luce e se invece tutto resterà immutato.
Nicola Lavacca
barisera

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